
Per accedere al Museo, situato al piano nobile di Villa del Principe, è necessario percorrere lo splendido porticato, varcare l’antico portale, attraversare l’atrio con i suoi stupendi affreschi e salire passo dopo passo il monumentale scalone, per ritrovarsi catapultati in un museo nel quale si respirano ricchezza ed arte, e si rievocano affascinanti storie di battaglie, condottieri, principi, imperatori e dame.
Facciata e portale
L’ingresso originario della Villa era quello che attualmente si affaccia su via San Benedetto. Il portale di accesso si apriva sulla facciata nord del palazzo, per la quale fu elaborato da Perin del Vaga una decorazione ad affresco – mai eseguita – raffigurante storie di Furio Camillo che scaccia i Galli da Roma. Tale iconografia era una evidente allusione alla cacciata dei Francesi da Genova nel 1528, di cui Andrea Doria fu uno dei principali attori.
Il portale, su disegno di Perino, fu realizzato dallo scultore Silvio Cosini e presentava due figure allegoriche della Pace e dell’Abbondanza ai lati dello stemma Doria. La struttura si stacca dalla parete, presentando due colonne laterali libere sovrastate da un timpano curvilineo: questa tipologia, importata da Roma e diversa dai portali “appiattiti” in uso a Genova nel Quattrocento e nel primo Cinquecento, divenne un modello subito imitato dalle maestranze locali.
Atrio
Il soffitto dell’atrio reca nel rosone centrale il nome di Perin del Vaga a caratteri dorati e la data 1530, uniti al nome di Annibale Angelini, restauratore che lavorò a Villa del Principe nel 1845. Nelle lunette, attualmente poco leggibili, sono raffigurate storie dei sette Re di Roma mentre nei pennacchi sono rappresentate alcune divinità tra cui Marte, Venere, Nettuno, Apollo e Giunone. Nel grande riquadro centrale della volta, tra decorazioni con motivi a grottesca, sono dipinte in quattro rettangoli Scene di Trionfo. Tre di esse raffigurano tre momenti del Trionfo di Lucio Emilio Paolo, il generale dell’antica Roma che scacciò i Galli dalla Liguria (un’allusione alla cinquecentesca cacciata dei Francesi da Genova, cui il Doria aveva preso parte), mentre nel quarto riquadro è rappresentato il Trionfo del dio Bacco in India. Questa scena celebra indirettamente Andrea Doria nel suo ruolo di pacificatore di Genova.
Sulle pareti dell’atrio sono visibili sei bassorilievi marmorei, recanti coppie di putti che reggono trofei di armi all’antica eseguiti da Giovanni Angelo Montorsoli, e provenienti da San Matteo, Chiesa gentilizie dei Doria. I bassorilievi furono trasferiti nel 1613 nell’attuale ubicazione.
Scalone
Lo scalone reca nella volta della prima rampa una decorazione a riquadri geometrici e piccole grottesche ispirata ai soffitti della “Domus Aurea”. Un complesso restauro del 1999 ha permesso di recuperare parzialmente la decorazione originale, lodata dal Vasari nelle sue “Vite”, che fu ricoperta da un nuovo strato pittorico con semplici incorniciature geometriche nel 1805, in occasione del soggiorno di Napoleone a Palazzo.