Le tentazioni di s. Antonio abate
46,4 x 58,2 cm; olio su tavola (FC 419)
La tavola rappresenta, con altre due (FC 587 e FC 588), episodi salienti della vita di sant’Antonio Abate, pioniere del monachesimo. Nella prima scena egli dona i suoi beni ai poveri; poi, vestito da monaco e col bastone a forma di τ, viene tentato da demoni col denaro. Infine, in questa qui presentata, ritiratosi nel deserto viene tormentato dai diavoli, con inconsueti motivi lugubri e raccapriccianti. Il trittico si colloca nella fase matura del maestro, verso il nono decennio del Quattrocento, quando si trovava alla corte di Mantova. La straordinaria serie fu acquistata dal principe Camillo Pamphilj, che dovette ammirarne il vigore plastico vicino al gotico e la minuzia da fiammingo nella descrizione del paesaggio. Le tavole, perfettamente conservate, hanno un forte rapporto con Andrea Mantegna di cui Bernardo fu seguace, benché nella sua opera sia evidente una notevole molteplicità d’interessi che abbracciano il mondo classicheggiante e quello nordico, nonché gli ambienti pittorici veronese e ferrarese, lombardo e senese.