
Erminia ritrova Tancredi ferito
145 x 185 cm; olio su tela (FC 259)
Il soggetto è tratto dalla “Gerusalemme Liberata” poema eroico di Torquato Tasso del 1581, nel quale si narrano le schermaglie d’amore e di avventura vissute da vari giovani. La scena illustra il celebre episodio del ritrovamento del corpo esanime del valoroso cavaliere cristiano Tancredi da parte della principessa Erminia, segretamente e infelicemente innamorata di lui: “Al nome di Tancredi ella veloce/accorse, in guisa d’ebbra e forsennata./Vista la faccia scolorita e bella,/non scese no, precipitò di sella”. Le figure, delicatamente illuminate da una luce lunare e sensuale, s’impongono in primo piano, occupando lo spazio sullo sfondo paesistico. Il dipinto, dai forti contrasti chiaroscurali, spetta alla fase giovanile dell’artista e risalirebbe al 1618, secondo il Malvasia (1678), che riportava: “Fece un Tancredi ferito ritrovato da Erminia, doppo aver combattuto con Argante al Sig. Marcello Provenzali da Cento, famosissimo nella virtù del Mosaico; e questo quadro fu donato dal detto al Cardinal Pignatelli”. Dell’opera si conoscono copie coeve e un’incisione rovesciata di G. B. Pasqualini, amico di Guercino, del 1620. Appartenuto con tutta probabilità a Donna Olimpia Maidalchini Pamphilj, che lo conservava nel proprio palazzo a San Martino al Cimino, confluì nel 1657 nella collezione famigliare.