Salomè con la testa del Battista
89,5 x 73 cm; olio su tela (FC 517)
Questo precoce capolavoro di Tiziano, che illustra il terribile episodio biblico in una stanza scura, rischiarata da un arco che si apre su un cielo limpido e sormontato da un amorino scolpito, mostra già la poetica del grande artista nell’atmosfera sospesa, l’espressione assorta ed enigmatica della protagonista, la tessitura luminosa dei panni e degli incarnati. La scena è venata di raffinati e sensuali lirismi e rappresenta Salomè accompagnata dall’ancella che sorregge il vassoio sul quale è poggiata la testa del Battista, nella quale è stato riconosciuto un autoritratto dell’autore. L’opera, datata al 1515, è forse documentata nel 1592 presso la collezione di Lucrezia d’Este e di certo appartenne al cardinale Pietro Aldobrandini fin dal 1603, quindi alla nipote Olimpia che sposò in seconde nozze Camillo Pamphilj. L’antica fama del dipinto è dimostrata dalle diverse copie coeve ancora esistenti.